LUCA POSTIGLIONE, PULCINELLA NELLA PITTURA DELL'800

LA PITTURA NAPOLETANA DELL'800

Luca Postiglione: Il Pittore che Diede un'Anima Inquieta a Pulcinella

“Scena Galante Con Pulcinella” Autore Luca Postiglione (1876 – 1936) Olio Su Tela Applicata Su Cartoncino Cm 45X60 Firma In Basso A Sinistra.

La maschera di Pulcinella, con la sua fame atavica e la sua astuzia popolare, ha affascinato poeti, drammaturghi e artisti per secoli. Ma pochi sono riusciti a catturarne l'essenza più profonda e malinconica come il pittore napoletano Luca Postiglione (1876-1936). Sebbene la sua vita sia stata un turbinio di mondanità, amori e tormenti, è proprio sulla tela, e in particolare nei suoi ritratti dedicati a Pulcinella, che Postiglione ha rivelato la sua anima più autentica.


Per comprendere appieno perché il suo Pulcinella sia così unico e diverso da quello della tradizione della  Commedia dell'Arte, dobbiamo fare un passo indietro e scoprire la storia dell'uomo. Un percorso che ci porterà dai salotti scintillanti del Caffè Gambrinus ai drammi familiari che ne segnarono irrimediabilmente l'arte e la vita.

Chi era Luca Postiglione? L'Uomo dietro l'Artista

Nato a Napoli il 18 ottobre 1876, Luca Postiglione sembrava destinato all'arte. La sua era una vera e propria dinastia di pittori:

  • Luigi Postiglione (il padre), pittore della Casa Reale Borbonica.

  • Salvatore Postiglione (il fratello maggiore), artista affermato in città e fuori.

  • Raffaele Postiglione (lo zio), anch'egli pittore.


Ritratto del pittore napoletano Luca Postiglione


Un Talento Rifiutato: Gli Inizi tra Arte e Vita Mondana

Eppure, il giovane Luca viveva questa immersione nell'arte quasi con fastidio. Per lui, la pittura era una "routine noiosa", un mestiere come un altro per finanziare le sue vere passioni: i vestiti eleganti, i teatri, i caffè e, soprattutto, le donne. Scelse di fare il pittore per necessità, senza alcuna velleità artistica, puntando a una pittura commerciale e gradevole, sulla scia del successo di Vincenzo Irolli.

Le sue giornate seguivano un copione preciso: lavoro scrupoloso nello studio e poi via, verso il Caffè Gambrinus, dove partecipò anche agli affreschi che ancora oggi possiamo ammirare. Lì, però, era più attratto dalla compagnia di poeti come  Salvatore Di Giacomo e Ferdinando Russo che da quella dei suoi colleghi pittori...

La Svolta Artistica e i Primi Riconoscimenti

Dopo la morte della madre, una perdita che lo segnò profondamente, sposò una donna paziente da cui ebbe una figlia, Angelica. Il matrimonio, tuttavia, non frenò il suo stile di vita edonista e quasi da scapolo. La svolta avvenne grazie all'influenza di artisti più severi, come Domenico Celentano. In Luca iniziò a formarsi una vera coscienza artistica: la pittura puramente commerciale non gli bastava più. Cominciò a dedicarsi a tele più meditate, esponendo alla prestigiosa Promotrice Salvator Rosa e ottenendo i primi, importanti apprezzamenti della critica. L'edonista stava lasciando spazio all'artista.

Il Legame Indissolubile: Postiglione e la Maschera di Pulcinella

È in questa fase di maturazione che il suo interesse per Pulcinella diventa centrale. Ma il Pulcinella di Postiglione non è la maschera buffa e chiassosa della tradizione. È, piuttosto, lo specchio dell'anima dell'artista: una figura solitaria, malinconica, spesso ritratta in momenti di pausa, di riflessione, quasi di silenzio esistenziale. È un Pulcinella che sembra interrogarsi sul senso della vita, dell'amore e dell'arte, proprio come faceva il suo creatore.

Luca Postiglione prese a dipingere senza far teorie, per la volontà di rappresentare l'amore, il vino, le donne, tutto quel che lo affascinava e lo deliziava.
Ragionava più o meno così: le polemiche non sono durature, quel che è di moda oggi non lo sarà domani, i valori convenzionali si capovolgono in mille modi, ma gli uomini ameranno sempre le donne e perciò l'Arte, che ne ritrae la grazia e la bellezza.
Luca Postiglione era un ingegno libero e pieno di arguzie, amante delle sensazioni immediate e poetiche. Nel silenzio delizioso del suo studio, ove entrava l'aria tiepida delle belle giornate, egli dipingeva i soggetti a lui cari, le cose che sognava o che osservava e la sua mano indugiava calma e carezzante, a volte correva frenetica nell'ardore della pennelata fluida e pastosa.
Ritraeva se stesso e gli altri come personaggi immaginari, aveva l'illusione del soggetto romantico o nostalgico: vedeva, insomma, attraverso il prisma dei ricordi anche le cose vive e tangibili.
Per quarant'anni visse in una maniera anacronistica, retrospettiva, in cerca di sensazioni melanconiche, assaporando l'incanto misterioso delle cose antiche. Del resto, l'uomo era troppo sensitivo ed imbevuto di cultura atistico-letteraria ottocentesca per poter frenare la propria libertà di espressione e rinunziare al gusto delle trasparenze ambrate, a quegli accordi di prezioso colore suscettibili di essere tacciati di virtuosismo o di sensualismo. (da La pittura a Napoli dall'Ottocento ad oggi di Mario Garbetta)

 
Serenata di Pulcinella – olio su tavola 43x28cm


autoritratto

"Postiglione fu un  grande della Scuola di Posillipo e anche poeta, fondatore del salotto letterario cui si intrattenevano i grandi della poesia napoletana che dipinse con prosa euritmica nel prezioso libro  “Disegni a carbone”."

La Tragedia Familiare e gli Ultimi Anni

La vita di Luca Postiglione, che sembrava aver trovato un equilibrio artistico, fu sconvolta da un dramma. Al ritorno del fratello Salvatore da Urbino, lo trovò segnato dai sintomi inequivocabili della paralisi progressiva, un male che lo portò rapidamente al disfacimento mentale e alla morte.
Quel lutto fu per Luca un colpo terribile e, come lui stesso comprese, un pauroso segnale. Si convinse che la stessa sorte sarebbe toccata a lui. Questo pensiero fisso, questa angoscia esistenziale, segnò la fine definitiva dell'uomo edonista e la nascita di un pittore ancora più profondo, ma tormentato. Come in una tragica profezia, anche lui fu aggredito dallo stesso male incurabile che, pur con un decorso più lento, gli oscurò la mente.

Accolto in casa del nipote Giovanni Panza, Luca Postiglione morì a Napoli il 27 agosto del 1936, dopo essere stato accudito con ammirevole pietà.





Scena conviviale con Pulcinella. Acquerello e matita su carta 36*46 proveniente dalla collezione Pasquale Nonno, Napoli




 copertina per «Piedigrotta» Santa Lucia 1932


Rosa e Salvatore De Muto nei panni di Pulcinella, olio su cartone: Napoli collezione Lubrano


Eredità e Valore di Mercato: Postiglione Oggi

Oggi Luca Postiglione è riconosciuto come una figura importante della pittura napoletana a cavallo dei due secoli. La sua eredità non risiede solo nella sua abilità tecnica, ma soprattutto nella capacità di aver infuso nei suoi soggetti, e in particolare nel suo Pulcinella, una profondità psicologica rara e commovente. Questa unicità è riconosciuta anche dal mercato: le sue opere sono stimate e battute in asta per cifre importanti, che possono superare i 18.000 €, a testimonianza del valore di un artista che ha saputo dipingere l'anima oltre l'apparenza.

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